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Al via il nuovo Piano Strategico contro la violenza di genere

In data 18 novembre 2021 è stato presentato in Consiglio dei Ministri il nuovo Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023.

Si apre ad un nuovo triennio, ad una strategia il cui elemento imprescindibile è la definizione e l’attuazione di politiche integrate ed efficaci.
Ad oggi sono 57 le vittime di Femminicidio in Italia nel solo 2021. Ad oggi sono ancora i partner, i mariti, gli ex conviventi o i compagni ad uccidere le donne. Ad oggi sono ancora le donne a temere per la propria vita.
La strutturazione della violenza rimane capillare, si rende endemica ad un sistema di oppressione che, nelle sue molteplici forme, fatica a mettere in relazione cause ed effetti e che nella cecità della cultura dominante né ignora la gravità.
Le nuove piattaforme di socializzazione virtuale e mediatica e la facilità con la quale oggi circolano informazioni e contenuti in rete hanno contribuito all’emergere di sempre più nuove forme di discriminazione e violenza capaci di generare effetti dalla portata devastante sulla vita delle donne.
Il quadro si rende ancora più complesso se guardiamo all’emergenza seguita alla sindemia da Covid-19, durante la quale il confinamento imposto ha aggravato il fenomeno della violenza maschile contro le donne ed ha reso sempre più difficile attivare percorsi di emersione e fuoriuscita.
L’obiettivo che la Ministra Elena Bonetti, con delega alle pari opportunità e alla famiglia, si prefigge con il “Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023” di agire nella consapevolezza che occorra, dunque, fornire risposte a bisogni molto particolareggiati che attengono ad una molteplicità di aspetti. Prevenzione, Protezione e Informazione sono solo alcuni degli stimoli che compaiono all’interno del testo. Forte importanza viene data alla formazione e alla formazione delle diverse professionalità che accompagnano i percorsi a sostegno delle donne e alla tutela delle donne migranti e/o vittime di discriminazioni multiple.
L’autonomia lavorativa, economica e abitativa prende ampio spazio nell’inquadramento delle azioni volte alla consapevolezza dei diritti e delle libertà fondamentali e di pari passo viene dedicata attenzione alla necessità della diffusione di luoghi dedicati alle donne.
Come Gruppo Emily ci rendiamo perfettamente conto di come la pratica del “prendere spazio” e dell’avere “una stanza tutta per sè” non riguardi soltanto l’autodeterminazione individuale, ma rappresenti un metodo di rivendicazione collettiva all’esistenza, ad un vivere sociale in cui i nostri corpi e i nostri desideri possano costruire strade, riempire piazze e rivendicare autodeterminazione.
Superare la logica emergenziale è un elemento imprescindibile della lotta alla violenza di genere. Il Piano, in quest’ottica, propone di dedicare adeguate risorse agli strumenti di prevenzione della violenza sulle donne. Prevenire razionalizzando le risorse finanziarie a disposizione e dedicandole ad un numero di “interventi” contenuto assegnando priorità ad azioni di sistema che possano assicurare un orientamento comune su tutto il territorio nazionale.
Contemporaneamente, al fine di consentire un processo realmente capillare si richiede, a livello operativo, che il coinvolgimento dell’associazionismo si realizzi su tutto il territorio e che tale coinvolgimento sia costante e monitorato.
Si pone inoltre l’accento sulla centralità della complementarietà strategica e finanziaria come elemento che possa rafforzare efficacia ed efficienza delle politiche nazionali e territoriali. Nel delineare l’assetto, il suggerimento del nuovo Piano è di procedere elaborando delle linee guida, a monte della definizione degli interventi, sull’integrazione delle politiche antiviolenza con la pianificazione di zona, prevedendo azioni concrete che contribuiscano a favorire una maggiore integrazione tra le politiche antiviolenza e le diverse politiche nazionali sociali e socio-sanitarie, dell’educazione, della formazione, della ricerca, del lavoro, della casa, della tutela e della sicurezza.
Dalla lettura del documento risulta che il tema del contrasto alla violenza di genere stia prendendo centralità all’interno del dibattito politico riguardo la crescita del paese Italia e del più complesso quadro d’intervento a livello comunitario. Le priorità sono chiare.
“Aumentare il livello di consapevolezza nella pubblica opinione e nel sistema educativo e formativo sulle radici strutturali, sulle cause e sulle conseguenze della violenza maschile sulle donne e promuovere la destrutturazione degli stereotipi alla base della violenza.
Coinvolgere il settore privato (social, piattaforme, mass media) sul ruolo di stereotipi e sessismo nella violenza maschile contro le donne e nella prevenzione all’utilizzo degli strumenti verso comportamenti lesivi della dignità personale delle donne, anche in relazione alla cyberviolenza e alla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
Sostenere azioni tese alla promozione dell’empowerment, dell’autonomia finanziaria, di un approccio di genere nelle politiche del lavoro in favore di tutte le donne, come strumento di prevenzione e contrasto della volenza economica maschile e delle molestie sul luogo di lavoro
Attivare azioni di emersione e contrasto della violenza contro donne vittime di discriminazione multipla, donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate, donne disabili, in particolare nei luoghi maggiormente a rischio
Investire, attraverso la formazione, nel rafforzamento delle competenze delle figure professionali nel settore pubblico e privato che, a vario titolo, interagiscono con le donne vittime e con i minori nel percorso di prevenzione, sostegno e reinserimento”
Dal canto nostro non possiamo che approfondire le strategie di intervento imparando dalle sfide superate e dall’esperienza diversificata.
Seguendo la pratica del dubbio continueremo a domandarci se sia sufficiente, se sia abbastanza, se e come stiamo pavimentando una strada sicura verso la libertà.

Rimandiamo alla lettura del documento per ogni approfondimento.

Foto dal blog di Non Una Di Meno